Tre bottiglie, tre territori, una sola idea: il Gamay come voce libera e autentica del vignaiolo.
Dalla Borgogna al Beaujolais, tre interpretazioni che raccontano la vitalità, l'eleganza e la profondità di questo vitigno spesso frainteso, ma oggi più che mai protagonista.
Domaine Chapel Chiroubles – Purezza e biodiversità
A Régnié-Durette, David Chapel e Michele Smith lavorano il vigneto come un ecosistema vivo. Pratiche manuali, biodiversità, vinificazioni delicate. Fresco e raffinato, con note di ribes, fiori di campo e un tocco di spezie dolci. Sorso setoso e scorrevole. Macerazione semi-carbonica, fermentazione naturale, affinamento in vecchie barrique.
Vin Noé Amour Vache – Energia e libertà
Jonathan Purcell vinifica senza compromessi: nessun additivo, fermentazioni spontanee, rispetto assoluto del terroir. Il vino è succoso e diretto, con un tocco floreale dato dal 30% di Aligoté. Fermentazione spontanea, macerazione carbonica di due settimane, zero solfiti.
Le Grappin Fleurie Poncie – Eleganza e Freschezza
Andrew e Emma Nielsen selezionano micro-parcelle per dare vita a vini vibranti e profondi. Elegante e floreale, con note di rose, fragoline e spezie dolci. Sorso setoso, tannini fini e grande bevibilità. Macerazione semi-carbonica, affinamento in foudre e vecchie barrique.
Una box per chi vuole riscoprire il Gamay fuori dai cliché, attraverso la visione di tre vigneron che hanno fatto della coerenza e della sensibilità i propri strumenti di lavoro. Vini da bere con curiosità e senza filtri, come la terra da cui nascono.