
Lunedì 9 giugno 2025 si è tenuto il secondo Venerdì del Vigneron dell’anno.
Un appuntamento dedicato a chi ama il vino vero, i racconti autentici e il dialogo diretto con chi il vino lo crea.
Protagonisti della serata: Fausto e Augusto Andi, due generazioni di vignaioli dell’Oltrepò Pavese unite da un filo fatto di conoscenza, intuizione e rispetto profondo per la terra.
Una filosofia che lascia il segno
Fausto Andi è uno dei produttori più visionari d’Italia. Conosciuto per il suo approccio anticonvenzionale e per il suo rigore artigianale, porta avanti un lavoro coerente e radicale, dove ogni bottiglia è espressione autentica della natura e del tempo. Con il supporto di suo figlio Augusto, la tradizione famigliare si rinnova, senza mai perdere il legame con le origini.
Durante la serata, Fausto ha condiviso riflessioni profonde sulla viticoltura, la ricerca varietale e la sperimentazione con microrganismi attivi autoprodotti. Una filosofia agricola avanzata, che mette al centro il suolo, le piante e l’uomo, in perfetta simbiosi.
I vini in degustazione
Tra calici alzati e storie di vendemmia, abbiamo avuto il privilegio di assaggiare alcune delle etichette più significative della cantina Andi:
Biancamaria 2020
Uno Chardonnay profondo e fuori dagli schemi, fermentato e affinato in barrique senza travasi. Naso complesso di scorza d’agrume, resina, frutta gialla e pietra calda. Al palato è salino, vibrante, con una lunga chiusura saporita. Un vino che si ascolta più che si beve.

Vero 2016
In esclusiva per la serata, un vino che unisce uve autoctone dell’Oltrepò a una piccola parte di Chardonnay. Acidità vivace, corpo snello, struttura che lo rende ideale per l’invecchiamento e per la tavola.

Frodo (nuova annata)
Un rosso dal profilo balsamico e scuro, che sa di mora, sottobosco, resina e finocchietto. Perfetto con piatti in umido o ragù importanti, è stato vinificato in tini troncoconici di rovere, senza chiarifica né filtrazione.Pinot Nero (nuova annata)
Un Pinot Nero atipico: corposo, morbido e persistente, con una bella acidità e tannini ancora in evoluzione. Anche questo vino è frutto di vinificazione biodinamica, con lieviti indigeni e nessuna aggiunta di solfiti.Il vino del 1955
Momento toccante e memorabile della serata: l’apertura di un vino del 1955, dedicato al nonno di Augusto, padre di Fausto. Un gesto di memoria e gratitudine che ha emozionato tutti i presenti, simbolo di un sapere tramandato e custodito con amore.
Un'esperienza da ricordare
Tra piccoli assaggi preparati dal team di cucina di Ferdy, il profumo della terra e il racconto di due grandi vignaioli, questo secondo appuntamento del Vigneron ha regalato un’esperienza autentica e intima.
Un viaggio che ha parlato di radici, di futuro, di cura e di passione.
Vi aspettiamo ai prossimi lunedì per continuare insieme questo percorso tra calici e storie.