Fausto ha pensato di lavorare riducendo lo stress del vino attraverso le frequenze; non partendo da una logica enologica, ma da una logica di cura della persona: portare nel vino i benefici che questo programma da alla persona.
Tutti i processi devono essere perseguiti dall’inizio alla fine, perciò Fausto ci ha detto che da quest’anno i processi di frequenza inizieranno dalla vite quindi sull’uva, sul mosto... dall’inizio alla fine.
Ogni botte ha un computer con un programma pre impostato e l’adattamento di ogni programma verrà modificato in base all’esperienza e al risultato del vino nel tempo. Questo metodo è l’insieme di recuperi di concetti millenari, concetti del periodo greco romano, sviluppati in una logica di benessere. La capacità rigenerativa delle frequenze è una capacità assoluta soprattuto nei liquidi perché si diffondono in modo molto più veloce: in questo caso è rigenerativa e mirata all’obiettivo di ridurre lo stress che l’uomo ha prodotto al vino, nella lavorazione della vigna, nella raccolta, nella pigiatura e nella lavorazione.
Ogni botte che lavora con le frequenze in una logica rigenerativa e anti stress, ha al suo interno ceramiche.
A livello analitico, si parla vasca creata con legni sperimentali perciò Fausto ha pensato a una botte per il Giorgiano e questa botte è fatta di acacio e pero, per la resinosità del pero e per la dolcezza dell’acacia.
È una botte complessa da realizzare perché i due legni non sono compatibili ma, al di là di questo, in una botte così bella, con un vitigno così raro, abbiamo aggiunto delle frequenze perché questo vitigno ha una tannicità incredibile, grande rosso che ha bisogno di grande affinamento - l’affinamento del tannino è complesso e difficile.
Il vino che abbiamo assaggiato non ha avuto un processo così lungo perché è arrivato all’interno della botte con la frequenza saltando tutti i processi precedenti - in questo caso, la tannicità di questo vino è quasi scomparsa perché diventa un’accelerazione della maturazione cioè una ristabilizzazione degli elementi e dei valori ma senza variarne a livello analitico i valori. Qui si parla di un vino con un’affinamento pari circa ad un anno in un mese, ma i valori sono rimasti quelli del mese scorso quindi in tre/quattro mesi si arriva ad avere un equilibrio polifenolico quasi perfetto mantenendo stabilità proteiche acide di un vino giovane.