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Benjamin Azzara: Quando la Precisione Stellare Incontra l'Anima del Vino Naturale

Monday, December 22, 2025 3:04 PMDecember 22, 2025
L'astro nascente tra Loira e Beaujolais. Dai "clamorosi" Chenin di Anjou ai Gamay di terroir: vini naturali, tecnici ed emozionanti
Benjamin Azzara: Quando la Precisione Stellare Incontra l'Anima del Vino Naturale

C'è un equivoco comune nel mondo del vino: si pensa spesso che "naturale" significhi improvvisazione e approssimazione. Poi arriva qualcuno come Benjamin Azzara e cambia completamente le carte in tavola.

Benjamin non è solo un vignaiolo dall'animo libero; è un enologo dalla tecnica mostruosa. In lui convivono due anime che raramente si incontrano: il rigore dell'alta scuola francese e la sensibilità "wild" di chi tasta e tratta nobilmente la terra. I suoi vini, per noi, sono stati la rivelazione assoluta del 2025: puliti, dritti come fusi, ma con un cuore pulsante che ti lascia senza fiato.

Il Profilo: Un Ribelle dal Curriculum "Aristocratico"

Benjamin Azzara non nasce dal nulla. Il suo percorso è costellato di esperienze in tutta la Francia. Ha iniziato giovanissimo sotto l'ala protettrice di Yann Charlopin a Gevrey-Chambertin, assorbendo la nobiltà della Borgogna.

Dopo aver conseguito il Diploma Nazionale di Enologia (DNO) nel 2013, ha lavorato per giganti assoluti come Château Latour a Pauillac e Domaine de la Vougeraie. Parliamo dell'Olimpo del vino mondiale. Perché è importante? Perché quando bevi un vino di Azzara, senti questa formazione. Senti che dietro la scelta di non usare chimica, di non filtrare e di usare lieviti indigeni, non c'è il caso, ma una consapevolezza tecnica estrema.

Benjamin ha scelto di "disimparare" l'interventismo per abbracciare l'accompagnamento. Oggi si divide tra la Loira e il Beaujolais, lavorando vigne cercando la purezza assoluta.



La Saga del Gamay: Una Storia Scritta nelle Stelle

Il lavoro che Benjamin fa sul Gamay nel Beaujolais è un trattato di terroir. Le sue etichette non hanno nomi casuali. Messe in fila, compongono una frase che racconta la sua vita e il suo arrivo in questa terra:

"La nascita di una stella (Stellogonie), per un sogno (Le Rêve), porta a un incontro (Rencontre), che crea una costellazione (La Constellation)."

Ecco la mappa liquida dei suoi rossi:

1. Stellogonie (La Nascita) - Beaujolais-Villages

È il biglietto da visita, la cuvée della "sete" intelligente.

  • Terroir: Suoli di sabbie granitiche.

  • Il Vino: Qui senti la consistenza sablé (sabbiosa) tipica del granito decomposto. È un'esplosione di ciliegia e lampone, un vino immediato, vibrante, da bere a secchiate ma con una pulizia aromatica impressionante.

2. Rencontre (L'Incontro) - Beaujolais-Villages

Qui il gioco si fa più serio e strutturato.

  • Terroir: Suoli più rocciosi e pietrosi.

  • Il Vino: Benjamin utilizza circa il 30% di legno nuovo (una scelta coraggiosa e tecnica per un vino naturale). Il risultato è un Gamay più "maschile", speziato, dove il frutto croccante incontra una spina dorsale solida. È l'incontro tra la materia e l'eleganza.

3. Le Rêve (Il Sogno) - Cru Chiroubles

Chiroubles è il Cru più alto, fresco e "aereo" del Beaujolais.

  • Terroir: Granito puro e quarzo ad alta quota.

  • Il Vino: È pura finezza. Se cercate la potenza, guardate altrove. Qui trovate il profumo della viola, la verticalità, l'eleganza eterea. Benjamin usa legni vecchi per non coprire la delicatezza di questo terroir. È il vino che dimostra come il Gamay possa guardare negli occhi un Pinot Noir di Volnay.

4. La Constellation (L'Opera) - Cru Morgon

Il vertice della piramide, dal Cru più longevo del Beaujolais.

  • Terroir: Le famose "pietre blu" e scisti di Morgon.

  • Il Vino: Profondo, scuro, quasi ematico. È un vino "carnale" e denso, con una trama tannica che promette lunghissima vita. Qui la tecnica di Azzara brilla nel gestire l'estrazione: potenza senza pesantezza. Un vino grande, da aspettare o da godere con piatti importanti.




Il "Clamoroso" Bianco: Clos de la Pépinière (Anjou)

Un vino che lascia chi lo assaggia in silenzio per qualche secondo. Mentre lavorava ancora per altri, nel 2018 Benjamin ha iniziato a curare una micro-parcella a Luigné, in Anjou. È nato così, quasi in clandestinità, il Clos de la Pépinière.

  • Che cos'è: Un Chenin Blanc in purezza che ridefinisce il concetto di eleganza.

  • Lo Stile: Dimenticate gli Chenin pesanti, ossidati o gli "orange" estremi. Azzara qui cerca la luce. È una pressatura diretta che punta tutto sulla tensione.

  • Nel Calice: È un vino "elettrico". Al naso esplodono la mela cotogna, il fieno fresco, una nota di nocciola tostata e miele d'acacia, ma in bocca è una lama. È setoso, minerale, cristallino. Un bianco che ha la struttura di un grande Borgogna e la freschezza tagliente della Loira. Semplicemente clamoroso.



Guardare al lavoro di Benjamin oggi significa osservare un talento in piena accelerazione. Se i vini attuali sono già su livelli altissimi, la sensazione netta è che il 2025 sia soltanto il punto di partenza.

Con una mano così tecnica e una sensibilità così libera, il suo margine di evoluzione è infinito. Non vediamo l'ora di scoprire quali nuove sfumature saprà estrarre dalle sue vigne, come evolverà il suo rapporto con il terroir e dove lo porterà questa ricerca ossessiva della purezza. Il futuro è tutto dalla sua parte e noi saremo lì, calice alla mano, pronti a vedere cosa ci porterà.


Benjamin Azzara: Quando la Precisione Stellare Incontra l'Anima del Vino Naturale
Benjamin Azzara: Quando la Precisione Stellare Incontra l'Anima del Vino Naturale
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