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Wild Vigneron X Giovani Vignaioli

Monday, July 14, 2025 3:09 PMJuly 14, 2025

Il 7 luglio, durante il Lunedì del Vigneron, abbiamo ospitato due giovani produttori: Mo.Ka. dalla Val Pontida e Corte Marconi dalla Valpolicella. Sei vini in degustazione, tra acciaio, anfore e fermentazioni spontanee, per raccontare due visioni nuove ma radicate. Una serata che ha dato voce a chi coltiva il futuro con consapevolezza.

Lunedì 7 giugno 2025 si è tenuto il sesto Lunedì del Vigneron dell’anno. 


Una serata che è stata molto più di una degustazione: è stata un incontro generazionale, una dichiarazione d’intenti. Abbiamo ospitato due giovani vignaioli che stanno riscrivendo con coraggio e sensibilità la mappa del vino artigianale italiano: Corte Marconi e Mo.Ka.

Due realtà molto diverse per geografia e storia, ma accomunate da una stessa visione: produrre vini vivi, territoriali, senza compromessi.

I vini di Mo.Ka.

Alberto porta avanti con energia il progetto familiare a Pontida, sulle colline che chiudono la Val San Martino. La sua è una viticoltura etica e consapevole, che guarda oltre gli stilemi del vino bergamasco classico, con un approccio moderno e una grande voglia di sperimentare.

  • De.Lira
    Chardonnay da doppia vendemmia: una parte precoce e una tardiva. Il risultato? Un bianco fuori asse, acido e denso, che danza tra mango acerbo, ananas, nocciola tostata e una tensione che non molla mai la presa.

  • Su.Sur
    Rosso fresco e immediato, da soli 12.5°, non filtrato, non chiarificato. È il vino quotidiano che ti prende per mano senza troppi discorsi. Beva pura, diretta, sincera.

  • Tremos Anfora
    Merlot e Cabernet affinati in anfora. Un vino che ha trovato nel contenitore il suo equilibrio: beva agile, frutto pulito, eleganza contemporanea.

I vini di Corte Marconi

Dalla Valpolicella Classica, Gabriele interpreta la tradizione con rispetto e intelligenza, scegliendo tempi lenti, vinificazioni pulite e affinamenti precisi.

La cantina nasce nel 2019, sulle alture di Sant’Anna d’Alfaedo, dove Gabriele e sua madre Giulia decidono di trasformare l’eredità agricola della famiglia – radicata da generazioni tra le montagne veronesi – in un progetto di viticoltura rigenerativa e consapevole.

L’approccio agricolo è biologico, volto a custodire la biodiversità locale. Accanto a Corvina, Corvinone e Rondinella, trovano spazio varietà autoctone ormai rare come Oseleta, Corbina e Pelara, vere e proprie reliquie di una memoria agricola dimenticata. In cantina, tutto è ridotto all’essenziale: fermentazioni spontanee, parcelle vinificate separatamente, nessuna scorciatoia. I vini parlano piano ma dritto, profondi e radicati nel suolo da cui provengono.

  • Baimara 2024
    Corvina, Corvinone e Rondinella in acciaio. Ciliegia fresca, piccoli frutti rossi, agilità e tensione salina: la Valpolicella del quotidiano, fatta come si deve.

  • Roas 2023
    Dallo stesso blend, ma con raccolta tardiva e 12 mesi in tonneaux. Note di ciliegia matura, fiori secchi e spezie dolci. In bocca è avvolgente, raffinato, con tannini setosi e una freschezza verticale.

  • Màrask 2019
    L’Amarone secondo Corte Marconi: elegante e potente, affinato per 5 anni tra legno, acciaio e bottiglia. Ciliegia sotto spirito, spezie e cioccolato fondente. Una sinfonia lenta, profonda e sapiente.

Una serata necessaria

Ci piace pensare ai Lunedì del Vigneron come a finestre aperte su ciò che il vino può diventare: un linguaggio contemporaneo, vivo, personale.

Alberto e Gabriele non si limitano a seguire regole. Le interpretano. E ci ricordano che il futuro del vino italiano passa da mani giovani, consapevoli, radicate e visionarie.

Vi aspettiamo ai prossimi lunedì per continuare insieme questo percorso tra calici e storie.

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