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Bolle fuori dal comune con I Nadre, Cherubini e Casa Caterina

Wednesday, November 8, 2023 4:44 PMNovember 8, 2023
Mercoledì 8 Novembre è uscita la quarta puntata del podcast Spotify Wild Vigneron Talks, ospiti Fabrizio Beatrici di I Nadre, Aurelio di Casa Caterina e Mattia Corbellini dell’azienda agricola Cherubini. Dalla Franciacorta alla Val Camonica, bolle fuori dal comune. 
Bolle fuori dal comune con I Nadre, Cherubini e Casa Caterina
Mercoledì 8 Novembre è uscita la quarta puntata del podcast Spotify Wild Vigneron Talks, ospiti Fabrizio Beatrici di I Nadre, Aurelio di Casa Caterina e Mattia Corbellini dell’azienda agricola Cherubini.
Dalla Franciacorta alla Val Camonica, bolle fuori dal comune.

Proprio così, perché se c’è una cosa che accomuna i protagonisti di questo episodio è proprio la capacità di creare bolle di ottima qualità, utilizzando metodi naturali e sostenibili.

In questo puntata affrontiamo vari argomenti, tra cui i metodi di produzione delle bolle, l'utilizzo di lieviti indigeni, la sostenibilità e l’ottenimento di un prodotto finale straordinario.

Ma vorrei soffermarmi su un tema in particolare: le bolle. E quindi anche l’immediato pensiero che ne deriva: Italia vs Champagne.



Bolle: Italia vs Champagne 

E già si parte svantaggiati, al dì là che la Champagne è una regione enorme. Ma quant’è grande?


“ La zona di produzione dell'Appellation d'Origine Contrôlée Champagne, delimitata da una legge del 1927, si estende per circa 34.300 ettari e comprende 319 comuni, chiamati anche “Cru". La regione vinicola della Champagne conta quasi 280.000 parcelle... coltivate da oltre 16.000 Vigneron! “

Quanto parli di Champagne dovresti fare un paragone con una zona, ma in Italia finisce sempre per essere paragonata al Metodo Classico in generale e il concetto già non funziona.

La forza dei francesi è stata quella di aver mescolato in tanti anni di storia la grande produzione, a volte enorme, che ha portato il mondo a conoscere e bere i prodotti di quell’area.

In Italia non abbiamo i numeri perché ci piacciono le cose piccole e se i vigneron diventano aziende grandi, non glielo perdoniamo.


Certamente sono un fan delle micro produzioni, ma sul tema generale legato alla diffusione di un marchio e alla creazione di una maison, è fondamentale la quantità.

Se analizziamo i dati scopriamo che la Champagneha una produzione totale di 320 milioni di bottiglie, la Franciacorta circa di 20 milioni e per l’italiano comune il più scarso degli Champagne vale più di qualsiasi nostro Metodo Classico.

Questa piccola intro è solo per spezzare una lancia a favore dei nostri produttori italiani, ma allora possiamo fare un vero paragone Italia vs Francia?

È difficile...

Perché il più tecnico dei bevitori ti direbbe subito che i territori sono diversi e non si possono paragonare, ma alla fine a te consumatore, quando ti trovi due calici di bolla sulla tavola, il paragone ti assale per forza o meglio ancora quando ti trovi a scegliere una bottiglia da una carta vini cosa fai?




Guarda l'intero episodio su YouTube o ascoltalo su Spotify !





Alla fine dici sempre “Francia o Italia?“

Oggi ci sono piccoli vigneron nostrani che stanno facendo bene, che stanno imparando dai cugini, che stanno portando nei calici vini veramente interessanti a cifre corrette, la differenza però tra aziende e Vigneron deve rimanere ben salda e divisa, ci sono bottiglie che possono realizzare solamente grandi aziende, basta pensare alla complessità di una cuvèe come Krug.

Immaginate di unire più di 180 vini, vinificati da ogni singola zona separatamente, farlo contemporaneamente in vendemmia e archiviare quel numero di bottiglie per anni e anni.

Ci sono Wild Vigneron che non hanno neanche il magazzino per poter pensare di riuscire a inserire in una cuvèe vini di oltre 30 anni; è qualcosa che i micro vigneron non potranno mai fare per impossibilità stessa della definizione di vigneron.

Dunque?

Dunque bisogna sapere cosa si sta scegliendo e chi si sta bevendo, contrariamente, la grande azienda non potrà mia avere la “libertà” artigianale dei piccoli, la possibilità di esprimersi al 100%, senza subire logiche di mercato o imposizioni aziendali, ma seguendo una pura espressione incondizionata.

Nicolò
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