Siamo in famiglia, tutti devono stare bene, tanti sorrisi e vini poco cervellotici ma sempre buoni e curiosi. Una bottiglia per ogni portata.
L' aperitivo.
MAI e dico MAI si inizia senza una bolla.Da bere anche in piedi, rinfrescante, un sorso di montagna. Ho scelto Achiara di Fabrizio Beatrici, che di lavoro vendeva trattori e motoseghe ma la passione per la vigna lo ha portato a iniziare a produrre (pochissime) bottiglie (circa 3.000).
Siamo ai piedi della Concarena, un imponete montagna. Alle sue pendici cresce questo Chardonnay spumantizzato chiaramente solo in metodo classico, senza dosaggio (aggiunta di zuccheri) ma non eccessivamente secco, fresco ed identitario.
Una bolla fine che mette d’accordo tutti, forse qualcuno sarà scontento perché la bottiglia finisce troppo in fretta e rischia di rimanere senza.
Un bianco profumato? C’è sempre qualcuno a cui piace! Per questo vi parlo di un esperimento di una bella persona: Marcel Zanolari. La sua follia lo ha portato a piantare più di 18 varietà (tutte bianche) semi o resistenti per capire come si adattassero alla sua montagna, trovandosi così a vinificare un vino bianco da 18 uve diverse! Lo ha chiamato Vagabondo bianco.
Il naso ricco di fiori, dolci e montani, sambuco e acacia, in bocca sapido ed estroverso, un calice di grande piacevolezza. Sicuramente l’inizio con tanti antipasti o pesce e, perché no, anche crudo.
Rosso si, rosso no. Ma beviamolo!
Arriva il primo caldo e beviamo un rosso di freschezza, particolare. A Pasqua c’è la tradizione di bruciare l’ulivo, quella sensazione di incenso da chiesa, a tratti anche piacevole. Qui, in questo calice, il profumo di incenso è presente e molto curioso. Il moscato secco di Manuel Biava è un vino che affascina sempre tantissimo, il naso ricorda il moscato con il suo frutto e la spezia, anche un po' goloso ma quando arriva in bocca è secco e teso.
Un’interpretazione moderna di Bergamo che si stacca dal solito moscato di Scanzo (buonissimo); da fine pasto, ma si trasforma in qualcosa di quotidiano e vi dirò di più: se la giornata lo permette, mettetelo un po' in fresco, anche 12 gradi, sarà uno spettacolo.
Siamo ai secondi e lo zio dice, “tira fuori” (lo zio è bergamasco, sicuro) un bel rosso. Ieri a tavola un signore mi ha detto, non hai barbera del Be…no (non posso scriverlo)... gli ho risposto no! Ma ne ho una pazzesca, altro che! Gliela servo e mi dice, sai che è proprio buona. Mis credente, questo Ascaro 2016 di Fausto Andi è un vino unico.
Un lavoro enologico enorme, 4 anni di macerazione che regalano complessità, profondità e chiaramente golosità e alcol al vino da renderlo speciale per chi ama i vini di struttura ma di facile approccio per il nostro zio bergamasco.
Colomba!
Un vino passito ma non dolce e stucchevole, un vino made in Bergamo. Solo 300 litri prodotti, una super chicca, che alla fine Pasqua è una sola volta l’anno, non fate i tirchi con la famiglia o con gli amici. Theia è un piwi, una varietà fitoresistente ossia che resiste alle malattie, poca resa ma di grande qualità. È l’abbinamento migliore su grandi lievitati, Alessandro Sala fa un lavoro certosino.
Non amate i vini dolci?
Bevete questo, ma non troppo perché ne abbiamo poche.
ubriachi o "rimborsati"