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Cara Wild family...

Friday, August 27, 2021 9:46 AMAugust 27, 2021
Vi scrivo alla fine di un bellissimo progetto - 2 mesi di incontri settimanali con più di 20 micro produttori lombardi - che mi ha fatto incontrare Vigneron fantastici. Sono orgoglioso di stappare storie e non vino, sono gasato nel mescere un calice di valore aggiunto per la natura e non un costo, sono emozionato nel poter raccontare quella micro produzione, quella sperimentazione, quelle soddisfazioni oltre il commerciale di un’etichetta fatta solo di 400 bottiglie. 
Cara Wild family...


Uscire dalle classiche zone di produzione, dove si sta sempre più accanendo una monocoltura spinta, e valorizzare un’agricoltura sostenibile è sempre più un dovere. Perché siamo così attenti a fare la spesa, ma sulla cantina va bene tutto? Se siamo contro gli allevamenti intensivi, come può andarci bene un uso smodato di pesticidi che finiranno nei calici, nell’aria e nel suolo? Non voglio annoiarvi o dirvi di comprare vino da questa selezione (che non sarebbe una cattiva idea) ma voglio farvi sapere che insieme possiamo fare la differenza verso le micro-realtà agricole!

Potrei parlarvi dei vini, di quanto sono buoni, dei nuovi progetti… Ma onestamente penso che queste righe vadano oltre tutto ciò che può stare in una bottiglia.
Spesso dico ai miei ospiti: “Per fare un grande vino artigianale bisogna essere delle persone”. La nostra energia finisce lì, nel calice. Non è un discorso filosofico ma reale, perché dietro quelle fatiche ci sono le emozioni dei Wild Vigneron che vivono annate difficili, nuovi esperimenti e ansie da raccolta. Sono pochi ma vi garantisco che ognuno, a modo proprio, è una bella persona e l’ho imparato da tutti gli incontri e gli approfondimenti con loro, perché mi stimolano sempre di più.

In chiusura del progetto vi faccio un riassunto di come stanno i Wild Vigneron ed i loro vini:

Fausto Andi
continua a sfornare progetti su progetti, sembra Re Mida. Abbiamo aggiunto un nuovo vino: Armonia. Un vino di riserva che veste i panni del vino della quotidianità, con una qualità prezzo incredibile. Tecnicamente un vino rosso, con il 20% di bacca bianca georgiana più la classica moradella. Forse bisognerebbe investire su Fausto per i prossimi anni, quando i prezzi delle bottiglie voleranno.

Giuseppe Boffalora è forse il più low profile, un vero montanaro. I suoi vini sono sempre più moderni, esili, profondi e precisi. L’anfora di nebbiolo è un progetto incredibile e rivoluzionario per la Valtellina, e purtroppo ne rimangono solo 200 bottiglie. Un mese fa abbiamo svinato dopo 8 mesi di macerazione la nuova annata, che emozione! Attenzione però al pietrisco 2018 che già oggi regala emozioni; forse l’annata ’18 è più pronta, il naso è bellissimo!

Marcel Zanolari. Si dice che non ci siano vini bianchi di livello in Lombardia, ma oltre i nebbioli di grande finezza, Marcel sta facendo bianchi incredibili, in alta quota. Il suo pinot bianco è un puro respiro di montagna. Attenzione a queste “Anfore” in cemento naturale perché danno magia ai profumi!

Enrico Togni sta lavorando alla grande, non è rimasto quasi più nulla. Abbiamo due nuovi progetti wild: Maraea (vino bianco di unicità di sorso, solo 200 bottiglie rimaste) e Scabe (perpetua in rosso). Forse stanno catturando le persone per unicità, freschezza e profumi. La Val Camonica è veramente un gran territorio, per gli horeca è anche rimasta una barbera in bianco metodo classico, Attaccabrighe, che per esperienza da il meglio di sé dopo un anno di bottiglia… Fidatevi di me, saccheggiate le ultime 800 bottiglie, mettetele in cantina e fate una gran figura tra pochi mesi!

Fabrizio Beatrici. Ci vediamo tra qualche mese: sold out! Che grande orgoglio, bolle di montagna che si stanno facendo belle sulle tavole d’Italia! La produzione totale è meno di 3.000 bottiglie, i lunghi affinamenti sui lieviti danno sempre ragione. Se siete curiosi abbiamo tenuto ancora un po’ di Ribelle, chardonnay-riesling 60 mesi. Assaggiatela!

Siro Buzzetti. Nebbioli vivi e fuori dagli schemi. Siro è proprio una bella persona, profonda e di cultura, come i suoi vini. Solo 2 etichette ma con grande identità! La caratteristica balsamica rende i suoi vini riconoscibili: la 2018 di sassella si è ammorbidita e forse è già pronta ora, la riserva è da sempre un vino importante.

Pietro Selva. Outsider, produttore di vini sinceri e liberi. La sua Costiera delle Cicale 2016 è un’interpretazione di un nebbiolo tra ossidazione e freschezza. Nella micro cantina sotto casa sforna da solo 3.000 bottiglie su più parcellari di montagna; tra poco torneranno anche i suoi cavalli di battaglia come il “Selvatico” ma anche il “Dosso del Cuculo”, un rosso di Valtellina unico!

Alfio Mozzi. Idee chiare e forti, stiamo andando verso la stagione più fredda e il suo sforzato non manca mai dalla mia mescita. Esce la nuova annata di Grisone sassella, occhio a non scambiare i vini di inizio cantina per “vini base” perché non lo sono, anzi!

BastiànCuntràri. Il volto giovane della montagna. Quando si parla di storie e di dare spazio a chi ha voglia di guardare al futuro… Due ragazzi self-made, vigna dopo vigna, passo dopo passo hanno “messo su”, come si dice da noi, il loro sogno. Finalmente è arrivato anche il rosso di Valtellina, vino fresco e moderno! La riserva un po’ più austera ma di buona prospettiva, quello che chiamo stappare storie.

Enrico de Angeli, Cocarena. Credere in un vitigno e metterci tutto se stesso, il riesling! Non fermatevi mai solo al primo assaggio perché giovani come lui migliorano ogni anno. Date fiducia più ai progetti che ai vini, i secondi passano ma i primi restano e faranno grandi bottiglie! Restate sintonizzati perché stanno arrivando nuove etichette.

Dislivelli. Lo studio di un architetto con la passione di un bambino e il sogno di scalare una montagna. Un’anfora di 330 bottiglie: ne usciranno 7 in tempi diversi, un’agricoltura artigianale e studiata. Ha messo in commercio la sua prima etichetta 2020 un po’ giovane, ma vale la pena assaggiarla per capire come sarà e per goderne già ora. Fate attenzione al progetto della farina di nebbiolo perché è parte di un pensiero importante.
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