Parliamo di micro allevamenti, di antibiotici e di pesticidi.
La necessità di produrre enormi quantità di mangime ha portato a un’intensificazione della produzione agricola che determina la perdita di fertilità del suolo.
Il 23% dell’acqua dolce disponibile sul pianeta è utilizzato per l’allevamento del bestiame. Se si tiene conto delle quantità necessarie ad abbeverare gli animali e quelle necessarie a irrigare il mangime, negli allevamenti intensivi, per produrre un chilogrammo di carne bovina sono necessari circa 15.500 litri d’acqua e per produrre un chilogrammo di pollo allevato occorrono 4.325 litri d'acqua - fonte slowfood.it
Diciamo NO ad antibiotici e pesticidi! Ormai e fortunatamente l’utilizzo di antibiotici negli allevamenti è diminuito in maniera drastica. Trovate una bella riflessione dalla pagina Instagram @mangiocarne_consapevolmente
💉 In passato suddetti farmaci, non necessitando di ricetta medica, potevano essere utilizzati liberamente dagli allevatori, con effetti catastrofici sul trasferimento di cloni batterici resistenti da animali ad altri animali e anche da animali a uomo.
❌ Proprio per questo motivo già nel 2006 l’Unione Europea ha definitivamente vietato in tutti i suoi Stati membri l’utilizzo di farmaci antimicrobici in questa modalità: ad oggi gli antibiotici possono essere utilizzati solo in maniera terapeutica e, tranne che negli allevamenti biologici, anche in maniera profilattica, ossia preventiva.
👨🏻⚕️ Tuttavia, c’è da dire che, probabilmente complice del fatto che negli U.S.A. suddetto divieto è entrato in vigore solo 4 anni fa, l’opinione pubblica, tanto a livello Italiano quanto a livello europeo, è estremamente disinformata su questo argomento. Uno studio ha dimostrato che soltanto 1/3 degli europei è a conoscenza che l'uso degli antibiotici come growth promoters, è stato bandito già dal 2006.
🤦♂️ Infatti, sono ancora all'ordine del giorno discussioni, spesso anche promosse da medici dell'uomo, sull'utilizzo di antibiotici come promotori della crescita negli allevamenti, discussioni che influenzano erratamente l'opinione pubblica.
Un altro problema sono i pesticidi!
Se gli animali mangiano prodotti derivati da coltivazioni intensive il costo dell’ambiente è legato all’utilizzo di pesticidi o comunque a tutto ciò che serve per la produzione di questo foraggio. Torniamo a parlare di valorizzazione del pascolo e non di abbandono, ottenendo così un grande vantaggio sotto tutti i punti di vista: ambiente, benessere animale e salubrità dei prodotti derivati.
Gli allevamenti che selezioniamo per le nostre Wild Etik di Bruna Alpina Originale praticano pascolo per 6 mesi nutrendosi di sola erba senza nessuna integrazione. Questo fa si che il territorio venga preservato e che le vacche non costituiscano nessuna fonte di inquinamento poiché concimano i prati dove stanno libere.
I micro allevamenti non costituiscono un problema per i pascoli, ma una risorsa.