
Lunedì 23 giugno 2025 si è tenuto il quarto Lunedì del Vigneron dell’anno.
Cinque voci, una montagna. La viticoltura eroica si racconta
Una terra dura e verticale, dove ogni vite cresce tra muretti a secco e pendii scoscesi, e dove ogni bottiglia racconta un’epopea fatta di mani, pietre e resistenza.
La Valtellina è uno dei pochi luoghi al mondo dove si parla di viticoltura eroica, e non per esagerazione: le vigne si arrampicano sui versanti delle Alpi Retiche, con pendenze che rendono impossibile l’uso di macchine. Tutto è manuale, faticoso, lento. Ma il risultato ripaga. E lunedì lo abbiamo bevuto, calice dopo calice.
Abbiamo avuto il privilegio di ospitare cinque vigneron che incarnano questa visione autentica e coraggiosa del vino. Ecco chi erano e quali etichette abbiamo degustato insieme.
BastiànCuntràri – Albosaggia
Michele e Patrik sono l’anima rock della nuova Valtellina. Ex dipendenti con posto fisso, hanno mollato tutto per inseguire un sogno e costruire una cantina indipendente, eccentrica, fuori dagli schemi. Coltivano in Sassella, Grumello e Inferno, ma vinificano sul versante opposto, in un’ex casa d’inizio Novecento trasformata in cantina panoramica.
Attenti all’ambiente e orgogliosamente sperimentali, producono vini sinceri, vivi, e mai banali.
Rosso di Valtellina DOC 2024 – fresco, scattante, una fotografia istantanea dell’annata.
L’Esperimento 2021 – vinificato in anfora, più profondo, materico, con un’energia selvatica.
Colombo Sormani – Montagna in Valtellina
Due amici, Lorenzo e Andrea, ex elettricista e metalmeccanico, hanno abbandonato le loro vite in città per diventare vignaioli. Tutto è iniziato in un garage, e oggi coltivano 2 ettari secondo i principi del biologico, con rispetto assoluto per la montagna e per il vino fatto a mano.
Risc Rosso di Valtellina DOC 2022 – agile, vibrante, una beva schietta che sa di roccia e frutto.
Puntesel 2021 – cru in alta quota, vinificato in cemento, di grande finezza ed equilibrio.
Marcel Zanolari – Bianzone
Pioniere del vino naturale valtellinese, Marcel ha raccolto l’eredità visionaria del padre Giuliano e ha portato l’azienda su una traiettoria biodinamica. Certificato Demeter dal 2015, lavora con il minimo intervento e una filosofia chiara: produrre vini vivi, che parlino il linguaggio della terra e non del mercato.
L’Essenziale 2022 – zero solfiti, vibrante e schietto: un vino che respira.
Indisciplinato 2018 – lungo affinamento, struttura importante e carattere indomito.
Boffalora – Castione Andevenno
Beppe Guglielmo è uno di quei vigneron che ascoltano il silenzio del bosco prima di decidere come muoversi tra i filari. Lavora con rispetto totale per l’ambiente, limitando i trattamenti e lasciando convivere vigne e natura. Il suo vino è un ritratto fedele della montagna e dei venti che la attraversano: la Breva di giorno, il Tivano di notte.
Umo 2023 – leggero, aromatico, con un sorso montano e floreale.
La Sasa 2021 – più complesso, con accenni affumicati e una chiusura minerale.
Pietro Selva – Chiuro
Giovane, appassionato e radicale: Pietro ha scelto un percorso artigianale puro, producendo appena 3.000 bottiglie l’anno con fermentazioni spontanee e un uso minimo di solfiti. Lavorando a 520 m s.l.m. nella sottozona Sassella, produce vini che portano con sé la verticalità e la forza del granito alpino.
Dosso del Cuculo 2020 – carnoso, profondo, con frutto scuro e tensione vibrante.
Selvatico 2019 – un vino da ascoltare, con una trama tannica austera e finale sapido.
Una serata che ha unito storie di cambiamento, coraggio e ritorno alla terra. Ogni bottiglia è stata un tassello di un racconto più grande: quello di una Valtellina viva, resistente, contemporanea.
Vi aspettiamo ai prossimi lunedì per continuare insieme questo percorso tra calici e storie.