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Quattro vigneron dell'Alto Adige

Friday 29 April 2022
Quattro produttori, quattro manici del vigneron completamente diversi, quattro modi di affrontare la viticoltura di montagna: vi raccontiamo cosa ci è piaciuto! 
Quattro vigneron dell'Alto Adige
Ci piace andare spesso in Alto Adige perchè lì troviamo dei veri professionisti dell’ospitalità; questa volta avevamo una nuova missione: trovare dei vini che valessero la pena di essere bevuti. Come al solito ci siamo organizzati la sera prima senza preavviso e siamo partiti alla ricerca di belle storie e piccoli vigneron. Il territorio è contraddistinto da un’eleganza magica dovuta alla moltitudine di bacche bianche aromatiche. 
Negli ultimi anni, forse dato anche dal cambiamento climatico, si stanno assaggiando vini sempre più pieni, caldi e convenzionali, ma noi volevamo qualcosa di più rispetto al solito Gewürztraminer, cercavamo un po’ di magia e l’abbiamo trovata.


Un rosso di carattere.

La giovane generazione Foradori sembra aver ereditato dai genitori una gran voglia costante di migliorarsi. Oltre alla linea più comune, Foradori propone una novità, un enigma per tutti: un melograno a puntini. Il melograno rappresenta uno dei loro esperimenti più interessanti, una linea completamente senza solfiti! 





Attenzione però, l’unico modo per procurarseli è andare direttamente da loro a prenderli e… indovinate? Dopo la nostra visita in cantina sono letteralmente andati sold out! Ma veniamo a noi e parliamo del Teroldego, un vitigno profondamente legato alle sue montagne: il suolo di sassi calcarei, granitici e porfirici garantisce un perfetto drenaggio e le imponenti pareti rocciose proteggono le viti dai venti freddi rilasciando allo stesso tempo il calore assorbito dal sole; insomma le condizioni sono irriproducibili. Il Teroldego è ricco di carattere minerale, floreale e speziato: sicuramente l’abbinamento perfetto tra primavera e secondi di carne. 

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Hai presente quando vuoi stupire qualcuno ma ha già bevuto tutto? 

Ci sono delle bottiglie di Thomas Niedermayr che salveranno le tue cene con stupore e interesse. La sua famiglia è semplice e umile, la vigna è straordinariamente viva! Viva di galline e animali di bassa corte, di cloni sperimentali e di tanto meticoloso lavoro. Il suo viso schivo e scarno ci ricorda tanto quello dei nostri uomini di montagna: poche parole e due occhi azzurri glaciali. Perchè alla fine i suoi vini sono così: identitari da riconoscerli tra un milione, racchiusi in due parole chiave: eleganza e purezza. Tra la selezione di Thomas Niedermayr abbiamo scelto, e sceglieremmo mille volte ancora, il Sonrain, vino che mi stupì già nel 2018 quando l’abbiamo conosciuto per la prima volta al Merano Wine Festival e che mi piace sempre di più tutt’oggi. 






Un altro vino che abbiamo scelto è il giallo paglierino brillante: sentori di mela verde, frutta esotica e accenni di profumo di rose. Al palato impressiona per la freschezza e la sua persistenza, di grande aromaticità; giallo paglierino brillante è secondo noi il vino bianco dell’alto Adige da bere oggi. 

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Avete voglia di morbidezza?

Ci spostiamo sul corno del Renon, vicino alla frugale cappella di Sankt Anna, un luogo panoramico e fuori dalla frenesia di Bolzano. In Der ben ha una bella filosofia per la sua cantina: con il tempo, la pazienza, poca solforosa e la giusta sensibilità, i vini acquistano profondità e riescono a restituire la forza dei terreni, del sole, delle piante e l’interazione di un ecosistema sano. Alla fine non ci scappi perchè i vini sinceri nascono semplicemente da belle persone che hanno tanta sensibilità per l’ambiente. L’acidità coinvolgente, i tannini fitti e il carattere forte e longevo creano un ottimo abbinamento con primi e secondi piatti di terra, in particolare questo vino si sposa particolarmente bene con zuppe. 

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Quando avete voglia di bere qualcosa di non banale il vitigno Schiava è sempre interessante, infatti questo Sankt Anna 2018 è elegante e beverino ma allo stesso tempo profondo e complesso.






Vi sentite frizzanti?

Il GT di Pranzegg celebra in modo sincero e fresco il carattere frizzante di uno dei vitigni più esuberanti e aromatici: il Gewurztraminer. Il terreno di matrice vulcanica, porfido, sabbioso, argilloso e con scisti di quarzito inclusi, portano alla nascita di vini molto personali e di forte carattere. 
Naturale, senza chiarificazione e filtrazione, a tratti materico e suadente, fermentazioni spontanee, lunghe permanenze sulle fecce, pazienza e sensibilità, portano Gewurztraminer ad essere un vino molto gastronomico da abbinare a primi piatti o formaggi, sicuramente da assaggiare ora e nel tempo. 

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Quattro vigneron dell'Alto Adige
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